Massoneria e società segrete
L’origine della massoneria
Nell’età
della Restaurazione, il principale strumento di lotta politica era costituito
dalle società segrete, che hanno
ereditato le caratteristiche della Massoneria. Nella Massoneria venivano
trasmessi gli insegnamenti dell’arte insieme all’obbligo di assoluta segretezza
e di aiuto reciproco. In poco tempo ottenne un grande successo, tanto da
ottenere dalla Chiesa l’affrancamento dai tributi. Ma fu solo con la
costituzione della Grande Loggia di
Londra, che vennero definite le caratteristiche della massoneria.
I principi fondamentali
Venne
chiesto a James Anderson di ordinare le regole della professione del massone.
Questo scrisse il Libro delle
costituzioni che costituì la base teorica della Massoneria. Le Costituzioni
si dividono in sei capitoli. Fondamentale è il primo dedicato alla religione,
in cui si legge l’intento di conciliare i vari culti e di farli convivere con
il deismo cioè con la credenza razionale
in Dio. Secondo la Massoneria, Dio è il Grande
Architetto dell’Universo, ma non interviene nelle faccende umane. Chi vuole
entrare nella Massoneria deve sottoporsi a un rituale complesso. È interrogato
e se le indagini hanno esito positivo, presta giuramento e riceve il grembiule
massonico e il guanto. Entra nell’associazione come apprendista, poi diventa compagno
e infine maestro.
Conservatori o progressisti?
La
Massoneria fu sia conservatrice che progressista, in base ai diversi contesti.
Questa società fu condannata dalla Chiesa
cattolica, che non poteva accettare né la sua dottrina né la sua politica.
Con l’inizio della rivoluzione francese la Massoneria conobbe un periodo di
profondo declino, per poi risorgere nell’età napoleonica, a tal punto che
divenne indispensabile aderire alla Massoneria per far carriera nell’esercito.
Diverse denominazioni e diversi obiettivi
Sul
modello della Massoneria era organizzata la Carboneria, che aveva come obiettivo la costituzione liberale. Altre società segrete puntavano invece a
ottenere una costituzione democratica.
Comunque le società segrete interagivano fra di loro. Alcune società, tra cui
quella di Filippo Buonarroti, erano
divise al loro interno per proteggere ulteriormente i segreti.
Il metodo delle insurrezioni
Il
metodo di lotta delle società segrete era basato sulle insurrezioni che obbligassero il sovrano a concedere la
costituzione. Accanto alle società
segrete progressiste, però, vi erano anche società segrete reazionarie che però erano molto più limitati. Il
merito delle società segrete
progressiste fu quello di tenere vivi gli ideali della rivoluzione
francese, invece, il limite consistette nella segretezza dei programmi e degli iscritti.
“Il Conciliatore”: l’opposizione intellettuale
In Lombardia, l’amministrazione austriaca
cerco di creare una collaborazione con gli intellettuali. Per questo promossero
la creazione della rivista Biblioteca italiana, la cui
direzione fu offerta a Ugo Foscolo. Questi però rifiutò e quindi la rivista
dovette sostenere una visione tradizionalista. Per contro, i maggiori
intellettuali milanesi diedero vita ad una rivista alternativa Il
Conciliatore, che si occupava di statistica, di economi, di argomenti
scientifici, ma anche di letteratura e di istruzione.
I moti degli anni venti
Scoppia la rivolta
La Spagna fu il primo Stato in cui ebbe
inizio la Restaurazione. Quando Federico VII di Borbone era tornato sul trono,
aveva cancellato ogni traccia del periodo napoleonico, perseguitando chiunque
avesse tendenze liberali. Grazie a questo periodo di debolezza, le società
segrete poterono propagarsi, come la società dei Comuneros che sosteneva gli ideali democratici. Per risanare il
bilancio dello Stato, il sovrano cercò di riconquistare le colonie, ma nel 1820 avvenne la Rivolta di Cadice. Così Ferdinando VII fu costretto a ripristinare
la Costituzione di Cadice.
La rivolta si estende
Dalla
Spagna la rivolta si diffuse in altri paesi. Per prima arrivò in Portogallo, dove il re Giovanni VI
concesse una costituzione simile a quella spagnola. Nel Regno delle Due Sicilie Ferdinando I fu costretto a riconoscere la
Costituzione di Cadice. Intanto, la Sicilia
aveva iniziato una rivolta per rivendicare la separazione dal Regno di Napoli,
che però la represse immediatamente. In Piemonte,
gli oppositori di divisero in coloro che volevano la costituzione e coloro che,
invece, volevano che al trono salisse Carlo Alberto in quanto si era dimostrato
propenso alla concessione della costituzione.
Le ambiguità di Carlo Alberto
Nell’imminenza
dell’azione, i capi dell’insurrezione cercarono di convincere Carlo Alberto ad
assumersi le sue responsabilità, ma questo si ottenne il soprannome di “re
tentenna”. Dopo aver dato un primo assenso al piano di insurrezione, Carlo
Alberto ebbe un primo ripensamento, confidando al ministro della Guerra che si
preparava un complotto contro il re, però invitò gli amici ad andare avanti.
Successivamente si recò alla residenza
reale dichiarando al re di essere pronto a combattere chiunque
minacciasse la sua autorità, ma ormai era troppo tardi. Alla fine Carlo Alberto
concesse la Costituzione di Cadice affermando però che ciò avveniva solo per
cause di forze maggiore.
La risposta della Santa Alleanza
Per
combattere l’ondata rivoluzione che si stava diffondendo l’Europa reagì
convocando tre congressi: a Troppau, a Lubiana e a Verona. In
questi congressi si pensò a convincere l’Inghilterra, la Francia e la Russia
della necessità del loro intervento in Spagna e in Italia, cioè vi era la
necessità di applicare il principio d’intervento della Santa Alleanza.
La Gran Bretagna liberale
Nei
primi decenni dell’Ottocento anche la Gran Bretagna fu scossa da violenti
conflitti interni, come scontri politici e sociali legati
all’industrializzazione. La Gran Bretagna, però, rispose accentuando la natura liberale dello Stato. Ad esempio,
permise l’organizzazione di associazioni operaie. La riforma più importante fu quella elettorale: gli elettori aumentarono notevolmente e i collegi
elettorali vennero ridefiniti per garantire la proporzionalità della
rappresentanza parlamentare. Il diritto di voto, comunque, continuava ad essere
collegato al censo. I democratici cercarono di contrastare tutto ciò
organizzando una petizione per il suffragio universale, la Carta del popolo.
I moti degli anni trenta
Le “Tre giornate gloriose”
Quando
Luigi XVIII tornò sul trono francese, aveva concesso una Carta costituzionale, ispirata al modello bicamerale inglese. Alla
morte di Luigi XVIII gli successe il figlio Carlo X, che tentò di restaurare l’assolutismo monarchico,
restringendo le libertà costituzionali e restituì al clero i suoi privilegi. La
borghesia liberale si ribellò a Carlo X, che invece di cercare un compromesso
nel 1830 sciolse l’assemblea parlamentare facendo così un colpo di stato. Secondo questo colpo di stato: la Camera veniva sciolta, veniva
istituito un rigido controllo sulla stampa, venivano modificate le leggi
elettorali e venivano indette nuove elezioni. Subito dopo la pubblicazione dell’ordinanza
il popolo di Parigi scese in piazza innalzando le barricate, perché voleva sul trono Luigi Filippo d’Orleans. Tutto ciò durò tre giorni che furono
chiamati “Tre gloriose giornate”.
Infine, fu approvata una nuova costituzione, più liberale, che assegnava al
Parlamento maggiori poteri di controllo sul governo.
Il successo: la nascita del Belgio
Il
primo a seguire l’esempio francese fu il Belgio.
Il Congresso di Vienna aveva unito Belgio e Olanda nel Regno dei Paesi Bassi. Nel 180 scoppiò l’insurrezione di Bruxelles, sotto la guida del clero cattolico e
della borghesia liberale. L’Olanda si rivolse alle grandi potenze chiedendo
aiuto. Ma nella Conferenza di Londra
Francia e Gran Bretagna si opposero all’intervento e riconobbero il nuovo Stato
proclamato dal Regno del Belgio. La
Francia proclamò il principio di non-intervento, dichiarando di opporsi a
qualsiasi contrasto.
La sconfitta: Polonia e Italia centrale
In Polonia invece la situazione fu
completamente diversa. La rivolta contro le truppe russe presenti a Varsavia
scoppiò nel 1830. La reazione dello zar Nicola
I non si fece attendere . La Polonia si ritrovò con un regime ancora più
rigido del precedente. Anche in alcuni stati della Germania vi fu
un’insurrezione popolare, ma i liberali ottennero solo qualche riforma. Nel Centro Italia vi fu la cosiddetta congiura estense.
Un nuovo terrore: il colera
Mentre
i moti rivoluzionari dell’Italia e della Polonia venivano repressi dalla Santa
Alleanza, un terribile morbo si diffondeva negli stati europei: il colera. La diffusione del colera fu
favorita dallo sviluppo dell’impero coloniale britannico e dal progresso dei
trasporti. Quando scoppiò, i Parigini non credevano affatto al colera, anzi
parlavano di avvelenamento e dicevano che i ricchi cercavano di uccidere i poveri
per evitare la carestia. Le imprese di pompe funebri furono prese d’assalto.
Quando vennero esaurite le casse da morto, la maggior parte dei corpi vennero
seppelliti all’interno di sacchi.
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