giovedì 11 agosto 2016

Barocco e i suoi rappresentanti




Il seicento è un secolo caratterizzato da aspri conflitti e profonde trasformazioni sociali, artistiche e culturali. In questo periodo viene raggiunta la soluzione dello scontro, avviato dal Concilio di Trento, tra Riforma e Controriforma, che interessa ogni aspetto della vita della società e di tutti gli uomini. Tutta l’Europa in questo periodo è caratterizzata dalla coscienza della crisi degli antichi modelli che vengono messi in discussione al fine di formulare proposte innovative. Nel Seicento si sviluppa una corrente artistico-culturale, chiamata "barocco". L’etimologia del termine deriverebbe dal portoghese baroco, ovvero "perla irregolare". Questo termine si contrappone alla regolarità che caratterizzava, invece, l’età rinascimentale. Tale corrente vuole stabilire un canone di lingua pura ed è proprio questo alla base dell’Accademia della Crusca, che aveva assunto questo nome perchè il fine che si proponeva era separare la lingua pura da ogni impurità, come si separa la farina dalla crusca, il materiale di scarto. Ogni aspetto della vita e della cultura dell’età barocca nasce dallo scontro fra due visioni del mondo: quello della tradizione e quello dinamico. Possiamo distinguere il Seicento in due periodi : il primo periodo caratterizzato dallo sviluppo dell’esperienza innovatrice della poesia barocca e il secondo periodo caratterizzato dalla poca autonomia dei diversi Stati Italiani dall’autorità religiosa e dalla minima libertà concessa agli uomini di cultura, appartenenti ai vari stati. Le corti si identificano sempre più con l’apparato burocratico statale e il “cortigiano” si trasforma sempre più nel “segretario” del principe. In questo periodo agli artisti viene affidato il compito principale di creare e diffondere un’immagine positiva del principe. Pochissimi letterati possono raggiungere una sistemazione stabile e prestigiosa nell’ambito delle corti.  Nel Settecento il Barocco si diffonde in tutta la Sicilia ed alcuni dei suoi elementi più caratteristici sono:
  • la presenza di mascheroni e putti come decorazione di balconi e varie parti delle trabeazioni degli edifici;
  • i balconi sono arricchiti da inferriate panciute in ferro battuto;
  • la presenza di scalinate scenografiche all'ingresso di chiese ma anche di ville e palazzi;
  • le facciate dalla geometria complessa e ricca di elementi e colonne;
  • interni, in particolare quelli delle chiese, ricche di sculture, stucchi, affreschi e marmi. 

La lirica barocca
La lirica barocca riflette i caratteri generali del gusto dell'epoca: la ricerca dell'ingegnoso e del sorprendente. L'ingegnosità barocca sta alla base della ricercata semplicità, la sazietà dell'artificio generando il desiderio dell'ingenuo, il raffinamento arido portando a far vagheggiare il fanciullesco. Si ebbe così tra la fine del Seicento e fin dopo la metà del Settecento una fiorita di poesia idillica pastorale e galante (che in Italia prese il nome di Arcadia). La dissoluzione della lirica "classica" fu proseguita principalmente in Inghilterra e, quindi, negli altri paesi germanici (ma in parte sotto l'influenza del Rousseau), verso e dopo la metà del sec. XVIII, per opera di quei letterati che oggi diciamo "preromantici".

I maggiori esponenti
I maggiori esponenti della poetica barocca furono:  Alessandro Tassoni , che rivendicava al poeta il compito di adeguare i modelli classici alle nuove esigenze di maggiore espressività; e Giovan Battista Marino caposcuola della  nuova generazione di poeti ”novatori”Marino per giustificare la propria posizione tratta l’argomento della ”svogliatura” ossia la stanchezza del gusto causata dalla ripetività delle convenzioni. Credeva che i poeti in questo periodo assumono una nuova funzione sociale , la loro posizione era, infatti, vincolata all’arbitrio e al giudizio dei principi temporanei.

Giovan Battista Marino


Giovan Battista Marino nasce a Napoli nel 1569. Abbandonò gli studi legali per dedicarci all’attività letteraria, ma i primi anni della sua vita li trascorse in carcere. Quando uscì, trovò un impiego presso il nipote di papa Clemente VIII, grazie a cui conobbe molti poeti e pittori bolognesi innovativi. Si guadagnò il segretariato ducale, sostituendo Murtola con cui aveva scambiato versi polemici e satirici. Ma subito dopo questo incarica Marino cadde in disgrazia e tornò nuovamente in carcere. Nei due anni successivi curò un’edizione della sua raccolta di liriche, intitolata la  Lira. Nel 1615 fu accolto alla corte parigina, dove ottenne una modesta pensione che gli permetteva di dedicarsi alle sue opere, tra cui la Galeria, la Sampogna e l’Adone. Quando rientrò in Italia, Marino trascorse gli ultimi anni della sua vita a Napoli dove si dedicò alla pubblicazione dell’Adone e dove morì nel 1625. Grazie alla sua ambizione Marino seppe conquistarsi la fama di cui godeva, attraverso le relazioni strette con i maggiori esponenti della letteratura vecchia e nuova, attraverso i potenti protettori e attraverso numerosi scandali e polemiche sulla sua personalità. Le opere di Marino, però, furono anche accolte in questo periodo a causa di esigenze sociali e civili che si andavano affermando nel nuovo secolo. Quindi Marino seppe semplicemente riconoscere le spinte innovative che si stavano diffondendo. Marino è il massimo esponente di una civiltà che trova la sua massima manifestazione nel godimento raffinato e consapevole del piacere. La Chiesa impedì la pubblicazione dell’Adone, che fu definitivamente condannato dall’autorità ecclesiastica e incluso nell’Indice dei libri proibiti. Marino non imita semplicemente i modelli, bensì si dedica ad apportare variazioni ingegnosi a questi modelli per utilizzare tutto il materiale letterario disponibile. La tendenza all’innovazione che contraddistingue fortemente l’opera di Marino gli garantisce un ampio successo di pubblico e la benevolenza dei mecenati presso le corti più prestigiose d’Italia e Francia. Sull’esempio di Marino, tutta la produzione lirica italiana del secolo barocco presenta un’accentuata varietà di temi. Nella poesia d’amore avviene l’innovazione più evidente, in quanto le raffigurazioni femminili sono molto diverse non sempre riconducibili a un canone estetico di armonia. La costruzione tipica del sonetto marinista sviluppa la metafora iniziale in una serie incalzante di immagini che a loro volta alludono ad altre immagini riferibili a una realtà più ampia, allo scopo di rafforzare il sentimento di sorpresa che ha dato l’inizio al componimento. 
L’Adone di Marino è un’opera che meglio di ogni altra porta in evidenza le caratteristiche della letteratura barocca. Esso tratta della favola meravigliosa degli amori tra venere e adone, la stessa narrata da Ovidio nelle Metamorfosi. Adone fa innamorare di sé venere e suscita la gelosia di marte, questi lo fa assalire da un cinghiale, che lo ferisce a morte. L’estensione dell’opera presenta numerosissime accessori e digressioni, ampie parti descrittive e un inserimento complicato di narrazioni secondare poiché Adone molto spesso si limita ad ascoltare il racconto di altri miti che interessano altri personaggi. L’autore appare disinteressato nel evidenziare la concatenazione logica del racconto (filo conduttore della storia). La voce di Giovan Battista Marino evoca una realtà raffinata e preziosa in cui l’unica forma di azione possibile è l’erotismo e il godimento delle esperienze materiali e sensuali. L’esperienza è ridotta infatti a sensazioni poiché la realtà appare esistere solo per essere colta attraverso i sensi; cosi Marino, sconvolge i principi del poema epico e fa dell’Adone un “ricettore” di sensazioni. Come appare nell’opera le azioni non legano un evento all’altro ma va il filo unificatore va ricercato sul piano formale e linguistico tuttavia il vero protagonista è il linguaggio con cui vengono raffigurate le sensazioni, costituito sulla base di metafore e di concetti uniti da una maestria musicale. L’opera è strettamente identificata con il gusto per l’insolito e il gioco del concetto tipico del Barocco. L’Adone costituisce la punta più avanzata nella costruzione di un universo poetico retto da norme assolutamente opposte a quelle con cui si voleva garantire l’ordine tradizionale.

Nei canzonieri dei marinisti della seconda metà del secolo, ad esempio in Ciro di Pers, alcuni temi legati allo scorrere inarrestabile del tempo creano molta suggestione. La poesia di Claudio Achillini è invece connotata dall’inclinazione all’accostamento audace di elementi opposti. Il progressivo prevalere di questi temi testimonia la profonda drammaticità con cui il letterato barocco vive il suo tempo. Anche la produzione degli autori che si riallacciano all’esperienza dei classici, come Gabriello Chiabrera, risulta fortemente condizionata dalla “tendenza all’effetto”, propria del gusto barocco e affine alla lirica marinista. Il rinnovamento metrico fatto da Chiabrera mette in discussione la metrica tradizionale, destabilizzando gli ideali. Da un punto di vista contenutistico, poi, il classicismo di Chiabrera e dei suoi seguaci presenta una maggiore moderazione nella scelta degli accostamenti metaforici rispetto alla poetica marinista, ma i cambiamenti influenzano anche i classicisti spingendoli a superare i limiti imposti dalla tradizione.  La poesia classica del Seicento rappresenta più una variante dell’esperienza barocca che una realtà opposta a questa. 

Claudio Achillini



Claudio Achillini nacque a Bologna nel 1574 e morì nella stessa città nel 1640. Svolse importanti missioni diplomatiche;fu membro dell’accademia degli incogniti. Amico ed estimatore di Marino; organizzò gli interventi dei suoi sostenitori nella polemica scoppiata in occasione degli appunti mossi da un detrattore del poeta alla sua competenza mitologica. La parte che ebbe nella successiva polemica sull’Adone spinse gli storici della letteratura a considerarlo come maggiore esponente della letteratura marinista e a giudicare la sua opera come espressione di una personalità poco originale, completamente dipendente dall’opera  dell’amico e maestro. Studi recenti hanno invece messo in luce il fatto che in più di una occasione Marino usò spunti e procedimenti innovativi e originali presenti in testi, manoscritti o addirittura già pubblicati a stampa,di Achillini

Ciro di Pers




Ciro di Pers nacque nel 1599 in Friuli.In giovinezza seguì studi filosofici; una grande delusione d’amore lo spinse ad entrare nell’ordine dei cavalieri Gerosolimitani a Malta. Partecipò ad una spedizione militare contro i turchi. Rientrato in Friuli, trascorse il resto della sua vita a San Daniele, dove morì nel 1663. Fu autore di una tragedia e di una raccolta di Poesie, che conobbe 12 edizioni nell’arco di venticinque anni.

Luis de Gongora



Luis de Gòngora nacque a Cordova nel 1561, si dedicò agli studi giuridici, letterali,linguistici e matematici, seguì la carriera ecclesiastica e morì Cordova nel 1627. La sua influenza sulle generazioni successive è stata tanto profonda da segnare l’intero sviluppo della poesia spagnola dei secoli seguenti; tramite simbolisti francesi che, tra Otto e Novecento, si rifaranno a lui come a un maestro, la sua poesia sarà preso di riferimento dall’intera produzione lirica del nostro secolo

Gabriello Chiabrera


Gabriello Chiabrera nato a Savona nel 1552, fu educato a Roma dove studiò retorica e filosofia. Dopo una giovinezza avventurosa, morì a Savona nel 1638. La sua attività è caratterizzata dall’incessante sperimentazione di tutti i generi poetici, dal poema eroico al poemetto sacro e profano,dalla canzonetta erotica al poema encomiastico, dalla tragedia alle favole miteologiche. Nel 1606 Chiabrera pubblicò la raccolta Delle Poesie.

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