giovedì 11 agosto 2016

Neoclassicismo e i suoi rappresentanti




Neoclassicismo 
Il classicismo, che affonda le proprie radici in una tradizione secolare, assume una fisionomia specifica tra Settecento e Ottocento in concomitanza con alcuni gravi rivolgimenti storici, quali la Rivoluzione francese e quella industriale, che producono una nuova sensibilità culturale. A rinnovare l’interesse per il mondo classico sono innanzitutto le scoperte di Pompei ed Ercolano, che diffondono il giusto per raffigurazioni nitide e armoniose, dal forte rilievo visivo. Nei suoi studi dell’arte antica, Johann Joachim Winckelmann vede nelle opere classiche esempi di una bellezza ideale, intesa come dominio sulle passioni e trasfigurazione della realtà in forme armoniche e composte: è la teoria della bellezza che informa il gusto “neoclassico”, caratterizzato da una nostalgica ammirazione dell’antico, concepito come una sorta di paradiso perduto. All’affermazione del classicismo concorre la Rivoluzione francese, che propone Atene, Sparta e Roma come modelli di libertà repubblicana e come manifestazioni storiche di quegli ideali civili ed eroici che s’intende far rivivere nel presente. Il regime napoleonico sfrutta poi questa tendenza culturale in chiave scenografica e celebrativa, richiamandosi ai fasti dell’età imperiale romana anziché alle virtù repubblicane. Le istanze più autentiche e innovative del Neoclassicismo d’ispirazione winckelmanniana si colgono piuttosto nella poesia di Ugo Foscolo, nella quale il mondo classico si configura come “altrove” ideale, da vagheggiare e ricreare contro la barbarie del presente. 
Preromanticismo 
Contemporaneamente al Neoclassicismo compaiono manifestazioni culturali che preludono al Romanticismo e sono perciò definite “preromantiche”. Esse esprimono in modo diverso la medesima crisi di fondo e la medesima ansia di fuga dalla storia che sono alla base del Neoclassicismo, esasperando la dimensione passionale e soggettiva, esaltando il primitivo, il barbarico e l’esotico, prediligendo atmosfera lugubri e selvagge. In Francia si diffonde un gusto sentimentale grazie soprattutto al romanzo epistolare Giulia, o la nuova Eloisa (1761) di Jean-Jacques Rousseau, che contrappone la spontaneità dell’amore all’artificiosità delle convenzioni sociali. In Germania il movimento dello Sturm und Drang (cioe del cenacolo di giovani intellettuali inquieti e ribelli) esalta la passionalità e concepisce l’arte come espressione del genio individuale, libero da ogni regola; ne è testimonianza il romanzo epistolare I dolori del giovane Werther (1774)di Wolgang Goethe, in cui approda tuttavia a un superamento del titanismo giovanile. La poetica sturmeriana è ben rappresentata inoltre da Friedrich Schiller, autore di opere, come il dramma I masnadieri (1781), pervase da un’ansia di libertà senza limiti, dal culto dell’individuo, dall’insofferenza per la mediocrità borghese. In Inghilterra la sensibilità romantica, intrisa di malinconia, è anticipata, intorno alla metà del Settecento, dalla poesia cimiteriale di Edward Young e di Thomas Gray. La rievocazione di un suggestivo passato barbarico è al centro dei Canti di Ossian (1761), un insieme di poemetti in prosa di James Macpherson che compone mescolando canti della tradizione popolare con parti di propria invenzione. La raccolta, attribuita al leggendario guerriero e bardo del III secolo d.C. Ossian, ebbe straordinario successo e circolò anche in Italia nella traduzione di Melchiorre Cesarotti. Per tutte queste manifestazioni culturali che abbiamo elencato si suole parlare di Preromanticismo, anche se questo termine è considerato come dei fenomeni ancora del tutto interni alla cultura illuministica. 

Johann Joachim Winckelmann



Johann Joachim Winckelmann nacque in Prussia nel 1717 da una famiglia di umili origini e seguì studi filosofici, letterari e artistici. Pubblicò i Pensieri sull’imitazione delle opere greche nella pittura e nella scultura. Successivamente potè fare un viaggio a Roma per studiare direttamente quei capolavori dell’arte di cui era entusiasta. Visitò Pompei ed Ercolano, di cui era iniziata da pochi anni la riscoperta archeologica. Di ritorno da un viaggio in Germania e in Austria fu assassinato in una locanda a Trieste, per motivi sconosciuti. 

Wolfgang Goethe



Wolfgang Goethe nacque a Francoforte nel 1749 da una famiglia dell’alta borghesia. Compì studi giuridici, esoterici, alchemici e cabalistici e si interessò al panteismo di Giordano Bruno. Fu vicino al movimento dello Sturm und Drang e al suo individualismo titanico. Ne è esempio il romanzo epistolare I dolori del giovane Werther, che esprime l’impossibilità d’inserirsi nella mediocrità del mondo borghese. Il primo periodo weimariano vede il persistere della tensione romantica giovanile. Nel 1786 si verifica una svolta fondamentale nell’esperienza intellettuale di Goethe: compie un viaggio in Italia, considerata da lui come la bellezza serena e solare del mondo classico. L’esperienza verrà narrata quarant’anni dopo nel Viaggio in Italia, opera che segna il passaggio dal titanismo passionale del periodo giovanile ad un ideale di misura intellettuale, sentimentale e classica. Nella sua lunga esistenza Goethe sperimentò tutti i generi, dalla lirica alla tragedia del romanzo ed attraversò tutte le esperienze spirituali di un periodo centrale della storia culturale moderna. Comprese che la Rivoluzione francese avrebbe iniziato una fase nuova della storia, ma anche verso di essa ebbe un atteggiamento distaccato.

Friedrich Schiller


Friedrich Schiller nacque a Stoccarda nel 1759 da un modesto ufficiale, frequentò l’Accademia militare, dove studiò Giurisprudenza e Medicina. Giunse alla fama giovanissimo con un dramma, I masnadieri, che si colloca nel clima culturale dello Sturm und Drang ed è caratterizzato da un’ansia di libertà senza limiti. L’incontro con Goethe fece maturare in lui una svolta verso il classicismo, percorso sempre, però, da tensioni romantiche. Scrisse diverse opere, in cui propone la distinzione tra la poesia degli antichi, espressione di un rapporto armonico col mondo naturale, e la poesia moderna. La fama di Schiller fu però affidata principalmente alle suo opere drammatiche, concepiti come espressione di alte idealità, la libertà, la giustizia, il bello e il buono, con intenti educativi ed etico-politici. Morì a Weimar nel 1805. 

Vincenzo Monti



Vincenzo Monti nacque nel 1754 in Romagna, studiò in seminario e poi all’Università di Ferrara. L’esercizio letterario gli attirò subito la fama e gli valse la protezione di potenti personaggi. Grazie all’appoggio del legato pontificio in Romagna, ottenne una sistemazione a Roma. Nella sua prima produzione prevale il gusto arcadico e classicheggiante, anche laddove il poeta riprende tematiche preromantiche (Pensieri d’amore) o esalta con entusiasmo illuministico le conquiste della scienza. Una certa propensione per i toni cupi e per l’orrido, di ascendenza preromantica, affiora invece nella Bassvilliana (1793), un poemetto che descrive gli orrori rivoluzionari in Francia. Negli anni successivi alla Rivoluzione, Monti non esita a correggere le proprie posizioni politiche a seconda della situazione, facendosi cantore del cesarismo napoleonico, con opere che si collocano nel filone del classicismo scenografico e celebrativo, e collaborando con i nuovi dominatori austriaci dopo la Restaurazione.  

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