mercoledì 10 agosto 2016

L'Unificazione italiana e tedesca


La politica interna di Cavour

La diversità del Regno di Sardegna
Dopo il fallimento dei moti del 1848 tutti gli Stati italiani attuarono una dura repressio ne. Solo il Regno di Sardegna preferì un cauto riformismo: lo Statuto Albertino fu mantenuto e le leggi Siccardi abolirono alcuni privilegi della Chiesa, soprattutto il diritto del clero a essere giudicato da tribunali ecclesiastici anche per reati comuni e il diritto di asilo per le chiese e conventi.
Camillo Benso, conte di Cavour
Nella battaglia per l’approvazione delle leggi Siccardi si distinse Cavour, che divenne presidente del Consiglio creando un accordo politico chiamato connubio (cioè un unione illegale fra due partiti).
Le contraddizioni di Cavour
Cavour, per quanto fosse ambizioso e iperattivo, di solito riusciva a dare l’impressione di un uomo poco propenso a scaldarsi, di un tipico moderato che era fatto per le vie di mezzo. In realtà, era un aristocratico con idee liberali che voleva fare dell’Italia una grande nazione.
L’azione di Cavour
Cavour era liberale e liberista. Come liberista in economia, Cavour si adoperò per favorire lo sviluppo dell’agricoltura, dell’industria e della finanza. Infatti abbassò le tariffe doganali, stipulò nuovi trattati commerciali, ampliò il porto di Genova, migliorò la rete stradale e, soprattutto, quella ferroviaria. Estimatore della monarchia costituzionale britannica, rifiutava il conservatorismo reazionario e l'ingerenza della Chiesa nella gestione della co sa pubblica. Egli fece del Piemonte la regione più evoluta d'Italia: ciò gli valse l'ammirazione di molti patrioti.
Altri fallimenti insurrezionali
Inoltre il fallimento delle iniziative insurrezionali dei democratici (come quella organizzata da Mazzini a Milano e quella di Pisacane a Sapri) avvicinò l'opinione pubblica alla sua via, moderata e filosabauda, per giungere all'unità d'Italia.

La politica esterna di Cavour

La guerra di Crimea
Cavour, inizialmente, cercava l'espansione del Regno di Sardegna nel Nord Italia: il nemico era quindi l'Austria e la Francia era l'alleata ideale. Per agire occorreva aspettare il momento opportuno. Nel 1853 Cavour partecipò alla guerra di Crimea a fianco di Inghilterra e Francia per poter approfittare Congresso di pace e dare rilievo europeo alla questione dell'unità d'Italia.
Gli Accordi di Plombieres
A partire dal Congresso di Pace, tra Cavour e Napoleone III si stabilì una progressiva intesa. Nel 1858 Napoleone e Cavour strinsero gli Accordi di Plombières, che prevedevano:
·         l'aiuto francese al Regno sabaudo, ma solo in caso di attacco Austriaco;
·         la rinuncia dell’Italia di Nizza e Savoia;
·         la formazione dell’Italia come confederazione costituita da un Regno dell’Alta Italia, un Regno dell’Italia centrale e il Regno delle due Sicilie.
La seconda guerra d’indipendenza
Poiché gli Accordi di Plombieres prevedevano l’intervento della Francia solo se il Piemonte fosse stato aggredito dall’Austria, Cavour provocò l'attacco austriaco, inviando lungo i confini reparti dell’esercito facendo così pensare agli Austriaci che si stavano preparando per dichiarare guerra. L’Austria diede al Regno di Sardegna un ultimatum, ma Cavour non ritirò le truppe e iniziò a seconda guerra d'indipendenza (1859). Il comando delle operazioni fu assunto da Napoleone III. Le truppe franco-piemontesi ottennero rapide vittorie a Palestro e Magenta. I combattimenti poi proseguirono in Lombardia, precisamente a Solferino e San Martino e anche in altre regioni italiane.
Napoleone III firma la pace
A questo punto Napoleone III ebbe paura di perdere il controllo della situazione, perché gli Accordi non prevedevano l’annessione di Toscana ed Emilia al Regno di Sardegna, ma a sorpresa Napoleone III, temendo un eccessivo rafforzamento del Piemonte e l'intervento di Prussia e Russia a fianco dell'Austria, firmò l'armistizio di Villafranca con l'Austria. Il Pie monte otteneva la Lombardia, l'Emilia e la Toscana ma cedeva Nizza e la Savoia cosi come stabilito dagli Accordi di Plombières.

La spedizione dei Mille

La fine dell’instabilità internazionale sancita dalla conclusione della seconda guerra d’indipendenza non significò il completo rasserenamento della vita politica italiana. Francesco Crispi e Rosolino Pio seguivano con attenzione i segni del crescente malcontento, che aumentava notevolmente nel  Sud: per questo Garibaldi organizzò la «spedizione dei Mille». Partì con 1089 volontari da Quarto, sbarcò a Marsala l’l1 maggio 1860. In pochi giorni i garibaldini, appoggiati dai Siciliani, ottennero importanti successi contro l'esercito borbonico mal condotto da generali inetti e indecisi. Le terre venivano conquistate in nome di Vittorio Emanuele II
Lotta politica, non sociale
Garibaldi aveva bisogno del consenso della classe dirigente. Per questo le rivolte dei contadini, che speravano in un'equa distribuzione delle terre, furono duramente represse. I contadini avevano due motivi per appoggiare Garibaldi:
·         Innanzitutto il popolo sperava in un riscatto sociale, in quanto i contadini chiedevano la fine del latifondismo e un’equa distribuzione delle terre;
·         Poi gli aristocratici e i latifondisti meridionali puntava a una trasformazione politica.
L’intervento di Cavour
l Mille arrivarono a Napoli e costrinsero Francesco II alla fuga. Cavour, che in un primo momento aveva ostacolato la spedizione dei Mille, inviò l'esercito sabaudo a sud temendo: la proclamazione di una repubblica nelle terre conquistate; l'intervento francese nel caso in cui Roma fosse stata occupata. In tutti i territori l’annessione al Regno di Sardegna fu approvata da plebisciti. L'esercito conquistò Umbria e Marche. In tutti i territori l'annessione a Torino il pri- degna fu approvata attraverso dei plebisciti. Il 17 marzo 1861 si riunì d'Italia. Cavour morì il 6 giugno.

Il secondo impero francese e l’unificazione tedesca

Bismarck alla guida dell’unificazione tedesca
A metà Ottocento l'economia prussiana era in espansione. Gli Junker, nobili proprietari terrieri conservatori, formavano la classe dominante. Nel 1860 salì al trono Guglielmo I e nel 1861 divenne cancelliere (presidente del Consiglio) Otto von Bismarck, uno junker autoritario e spregiudicato. Bismarck intendeva fare della Prussia lo Stato Promotore dell'unità tedesca. A tal fine si adoperò perchè quello prussiano fosse il più potente esercito d'Europa.
Le prime due guerre: contro la Danimarca e contro l’Austria
L'Austria, che dominava la Confederazione Germanica, era il primo ostacolo da eliminare: nel 1866 Bismarck, alleatosi con l'Italia, le dichiarò guerra. La Prussia sbaragliò gli Austriaci a Sadowa, mentre l'Italia venne sconfitta a Custoza e a Lissa. Il trattato di pace stabilì:
·         il passaggio del Veneto all'Italia;
·         la divisione della Germania in due Confederazioni: quella del Nord (presieduta dalla Prussia) e quella del Sud.
La guerra contro la Francia
Bismarck cercò lo scontro con la Francia perche era interessato a due regioni francesi l'Alsazia e la Lorena; inoltre la Francia ostacolava l'unificazione perche voleva che la Confederazione del Sud rimanesse indipendente dalla Prussia. Il 2 settembre 1870 la Francia venne pesantemente sconfitta a Sedan. Due giorni dopo Parigi insorse e proclamò la Terza Repubblica. Guglielmo I venne incoronato imperatore di Germania: l'unità della Germania era raggiunta e nasceva il secondo Impero tedesco. Il primo era stato il Sacro Romano Impero Germanico.
Quattro problemi posti dall’unificazione della Germania
Quattro furono i probelami principali posti dalla realizzazione dell’unità tedesca:
1.      problema politico del centro: secondo cui al centro dell’Europa vi era una grande potenza che alterava i rapporti internazionali.
2.      problema del rapporto tra liberalismo e indipendenza nazionale: in quanto si spezzò quel rapporto tra libertà e nazione.
3.      problema della rivoluzione borghese: la Germania aveva un inferiorità politica molto accentuata.

4.      problema della continuità nella storia tedesca.

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